Andrea Caschetto: “Dopo la mia malattia viaggio per il mondo regalando sorrisi“
Nella mia vita, in questi anni e in tutti i miei viaggi, ho avuto spesso la fortuna di incontrare moltissime persone che hanno dedicato la loro vita a fare del bene agli altri e che hanno cercato di renderla un vero e proprio capolavoro indimenticabile.
Ho parlato con viaggiatori, persone che dedicavano la loro vita al volontariato, ragazzi che si prendevano cura di animali abbandonati, ragazze che utilizzavano i loro risparmi per fare beneficienza.
Ma è solo incrociando il mio cammino con questo giovane ragazzo e seguendo i suoi gesti che ho capito ancora di più quanto fosse importante dare.
Dare agli altri infatti, in ogni aspetto possibile e immaginabile, è la nostra forza più grande ed è quello che sarà in grado di farci evolvere il più possibile.
Ho deciso di intervistarlo per portare del valore ad ognuno di voi e per ispirarvi ancora una volta a scegliere con molta cura ogni gesto che decidete di compiere nella vostra quotidianità, perché esso è in grado di svoltare, nella maggior parte dei casi, la vita altrui.
1. Ciao Andrea, raccontaci un po’ chi sei e del tuo progetto di vita che sta dando valore a così tante persone.
Ciao a tutti, io sono Andrea Caschetto, ma mi chiamano l’ambasciatore del sorriso, questo oramai è il mio primo vero nome, Andrea è il secondo.
Io faccio attività umanitarie in giro per il mondo ed è la cosa di cui sono più grato in assoluto e della quale sono più felice.
Direi a tutti gli effetti che vivo per questo, è il motivo più grande per il quale mi alzo la mattina.
2. Meraviglioso, in poche parole viaggi per portare felicità, risate e sorrisi ai bambini bisognosi giusto? Dove sei stato di recente?
Esattamente. Recentemente sono stato nell’Europa dell’Est, ho toccato nazioni come l’Ucraina, la Macedonia, la Serbia, la Bulgaria e prima di Luglio sono stato anche in Iraq.
3. Cosa ti ha spinto ad intraprendere questo progetto e a differenziarti da molte altre persone che spesso hanno paura a donare anche solo un euro per un bambino in difficoltà?
Semplicemente la mia esperienza di vita.
È lei che mi ha spinto ad intraprendere questo progetto e a differenziarmi da molti altri.
Infatti, quando ero piccolo, ho avuto una malattia e durante i miei giorni più bui avrei dato oro per ricevere qualche sorriso o solo semplicemente avere qualcuno che mi facesse ridere a più non posso.
Avrei voluto al mio fianco un ambasciatore del sorriso con cui condividere del tempo, avrei voluto vicino al mio letto in poche parole un me di adesso.
Crescendo, e una volta guarito, ho deciso con tutto me stesso che avrei trovato ispirazione proprio dalla malattia che avevo avuto, e che avrei iniziato a dare agli altri tutto ciò che non avevo avuto io.
Risate, sorrisi, divertimento, amore e tutte quelle cose in grado di alleggerirti l’animo nei momenti più duri.
La mia malattia è stata una vera spinta, una vera motivazione per fare tutto quello che faccio ora. Niente di più e niente di meno.
4. Personalmente sono dell’idea che dalle crisi nascono le migliori opportunità di crescita personale e spirituale e tu ne sei l’esempio vivente. Ma come ha arricchito la tua vita tutto ciò che hai deciso di fare in seguito alla tua malattia?
Tutto ciò ha arricchito la mia vita in maniera esponenziale, indescrivibile.
Credo che la mia sia la vita più bella del mondo.
Viaggiare per portare felicità, addormentarmi con in mente il volto sorridente di quei bimbi, le loro risate e tutto l’affetto che mi danno, non sarà mai paragonabile alla ricchezza materiale a cui aspirano molti.
La vera ricchezza è questa, almeno secondo me.
5. Questa è la vera ricchezza. Pura e semplice.
In quali paesi hai viaggiato e quali ti sono rimasti più impressi?
I paesi in cui sono stato per questo progetto sono davvero moltissimi, credo 100 o 101.
Uno dei vari paesi che probabilmente mi è rimasto più impresso è stato l’Amazzonia del Brasile.
Questo perché vivevo con gli Indios nelle capanne, senza elettricità, senza televisione, senza soldi (infatti lì usano ancora il baratto).
Praticamente tutto il giorno, tutti i giorni, facevo attività con i bambini e poi la sera ci radunavamo tutti davanti al capo tribù per parlare di come era andata la giornata.
Emozioni davvero fortissime.
Lì ho capito ancora di più il vero concetto di unione e di fratellanza, cose che non scorderò mai e che soprattutto non avrei mai provato così intensamente se non avessi voluto fare del bene agli altri.
Un altro momento che mi è rimasto molto impresso è stato quando sono entrato nella Transnistria, un paese non riconosciuto dai paesi membri dell’ONU, dentro la Moldavia entrando dall’Ucraina.
Praticamente ho ancora i brividi se penso che sono entrato in una nazione che non esiste.
6. Che avventure magnifiche, sono sicura che persone come te faranno una grande differenza in questo mondo.
Pensi che sia importante prendersi cura degli altri? Che valore può dare alla nostra vita prendersi cura delle altre persone?
Credo che sia importantissimo prendersi cura degli altri e niente come questo può dare valore alla nostra vita e al nostro essere.
Un valore unico e speciale.
Penso che noi dovremmo sempre fare agli altri ciò che vorremmo venisse fatto a noi.
Io mi prendo cura di questi bambini e sono certo che un giorno se mai avrò bisogno c’è chi si prenderà cura di me, e questo è meraviglioso.
Fare del bene automaticamente può farti stare bene, ti senti appagato, sei in pace con te stesso e con il mondo, sei fiero di te.
Aiutare gli altri significa aiutare sé stessi in primis.
Perché quello che ricevi, tutto sommato è quello che dai, e non smetterò mai di dirlo a chiunque.
7. DARE. Le persone dovrebbero tatuarselo in un posto visibile. Tu che sei l’ambasciatore del sorriso, cosa consiglieresti a chi è infelice della propria vita e non riesce a trovare una via d’uscita?
A chi è infelice (o forse meglio dire illuso di essere infelice), triste e insoddisfatto io consiglierei di iniziare a viaggiare il più possibile, se si ha la possibilità.
Nei casi in cui proprio non si può consiglio di viaggiare comunque, di farlo all’interno del proprio palazzo, di bussare alla porta delle signore anziane, di farsi raccontare storie di vita, di rendersi disponibili ad aiutarle e di respirare una boccata d’aria di pura felicità nel fare tutto questo.
8. E se qualcuno volesse iniziare a fare del volontariato per arricchire la vita dei bisognosi e automaticamente anche la propria da dove dovrebbe partire?
Dovrebbe partire dal trovare il tempo, non c’è bisogno di andare con una Onlus o con qualcuno che lo ha già fatto.
Deve solo donare il proprio tempo per istruire le persone in qualcosa in cui questa persona è brava.
Sei brava a dipingere? Prendi dei fogli e dei colori, vai in un quartiere popolare e regala lezioni di pittura.
Regala i tuoi minuti, i tuoi preziosi minuti, questo significa anche aiutare gli altri.
9. Il tempo infatti è il dono più prezioso che abbiamo a disposizione.
Credi che sia importante, soprattutto in tempi come questi, aiutare gli altri?
Sì è fondamentale, non solo in tempi come questi, ma in qualsiasi tempo.
In tempi come questi bisogna mettere da parte la paura più che altro, uscire la fuori e fare del bene.
Per esempio sono al corrente di molti donatori di sangue che non si recano più a donare proprio per paura di ammalarsi o altro, e questo è sbagliato, perché chissà , quel gesto magari potrebbe fare una grande differenza.
10. Concludiamo questa meravigliosa intervista con un tuo motto o un tuo pensiero che senti di condividere con chi leggerà questo articolo.
Perché facciamo il minuto del silenzio solo per ricordare le cose tristi e non per quelle che ci hanno fatto sorridere?
La felicità non muore mai, ricordatelo sempre.
Se volete seguire più da vicino Andrea e farvi ispirare ancora di più questo è il link del suo profilo Instagram.

Ciao sono Giulia, viaggiatrice zaino in spalla, copywriter e amante della vita in tutti i suoi aspetti. Il mio scopo è quello di ispirare le persone, attraverso le mie parole, a scoprire il mondo, vivere la vita che desiderano davvero, valorizzare il proprio limitato tempo e sorridere sempre.