Viaggiare ti apre gli occhi sulla società in cui vivi

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Quando inizi a viaggiare e a esplorare determinati paesi sparsi nel mondo ti rendi conto di che cosa è davvero importante e cosa no.

Apri gli occhi.

È uno dei grandi poteri del viaggio questo.

Quando vivi in un luogo per molto tempo inizi a non osservare più nulla, diventi cieco.

Non ti rendi nemmeno più conto di quanto sei fortunato.

Entrare a contatto con persone che vivono di poco e sono sempre sorridenti ti fa capire quanto siamo stati fortunati a nascere dalla parte “giusta” nel mondo.

Ho incontrato persone e bambini, che pur mangiando una volta in tutta la giornata e pur non possedendo molti beni materiali, erano pieni di gioia e voglia di vivere.

Come per esempio, ricordo un episodio accaduto a Varanasi, in India.

Mentre camminavo con Ste nei Ghat (sono argini artificiali secolari, costruiti come accesso al fiume per i pellegrini che cercano un sacro bagno, per eseguire riti e cerimonie religiose e alcune sezioni sono inoltre dedicate ai riti della cremazione) ci è corsa incontro una bambina per chiederci di comprarle del latte in polvere da dare al fratellino appena nato e solamente con quel latte che poi le abbiamo preso, lei era felicissima.

Non dimenticherò mai quel momento.

Mi sono sentita molto fortunata.

Fortunata di aver avuto sempre del latte da piccola e fortunata di non aver mai avuto bisogno di elemosinare da mangiare nella mia vita.

Ci fermiamo mai almeno una volta al giorno a pensare a quanto siamo fortunati?

Ci fermiamo mai a praticare gratitudine per quello che abbiamo intorno?

Viaggiare mi ha insegnato che possiamo essere felici con quello che già abbiamo e che non ci serve riempirci di cose inutili, a differenza di come, in questa società, ci fanno credere.

In Italia troviamo sempre qualcosa per cui essere arrabbiati ogni giorno invece di essere grati per quello che abbiamo.

Durante i miei mesi fuori dall’Italia, ho capito di come inoltre, la società, ci manipola per farci credere che la realtà in cui viviamo sia l’unica realtà possibile.

Quando invece ci sono milioni di realtà e di possibilità in questo mondo e noi non ce ne rendiamo nemmeno conto.

Viaggiare è come se ti facesse risvegliare dal sonno profondo in cui ti trovavi, è una sensazione che non si può descrivere a parole, purtroppo.

Cadono tutte le etichette, cadono i pregiudizi, crollano le tue convinzioni e il razzismo scompare.

In Italia, inoltre, siamo convinti di dover lavorare, lavorare e lavorare fino allo sfinimento, per poi usare i soldi guadagnati, per acquistare oggetti materiali.

Ci hanno messo in testa che se non abbiamo una borsa firmata o se non guidiamo una macchina lussuosa siamo dei perdenti.

Ci hanno fatto credere che diplomarsi, laurearsi, fare carriera a tutti i costi, sposarsi e fare figli, sia la prassi giusta da seguire per essere una persona di successo.

Ma basta fare un lungo viaggio, imparare a guardarsi attorno, confrontarsi con realtà diverse, per capire che in realtà c’è qualcosa che non va e che molte persone vivono con il pilota automatico inserito in questa società, credendo di non avere altre alternative.

Come accorgersi che stiamo vivendo in un modo malsano?

Basta uscire dal proprio paese per un determinato periodo di tempo, per rendersi conto di quanta follia esista in una società come la nostra e di quante alternative invece esistono al mondo.

Ho conosciuto centinaia di persone che hanno lasciato lo stile di vita che avevano prima perché insoddisfatti di un lavoro sottopagato e di una società basata sul consumismo.

Ho incontrato uomini e donne che viaggiavano con figli al seguito, che hanno aperto con pochi soldi una loro attività, che hanno rivalutato le vere priorità della vita e che adesso sono felici.

Prima di iniziare a viaggiare, vivevo anche io così, convinta che la frustrazione facesse parte della vita e che avrei dovuto accettare tutto questo.

Infatti lavoravo, compravo vestiti firmati e avevo paura di mettere piede fuori dalla bolla in cui mi trovavo perché altrimenti mi sarebbero successe cose terribili.

Invece di terribile c’è solo il modo in cui molte persone continuano a vivere senza darsi alternative.

Viaggiare mi ha insegnato a ragionare solamente con la mia testa e a non seguire a tutti i costi i comportamenti del resto delle persone, della “massa” direbbe qualcuno.

So bene che molti viaggiatori e molte persone che non approvano le regole imposte vengono giudicati come pazzi o nullafacenti e so bene che la tentazione di rimanere radicati a queste convinzioni sia molto forte.

Ma voi vi rendete conto di quanto possa essere bello andare controcorrente e sapere di aver seguito solo la propria strada e il proprio percorso?

Niente come questo ,in questa unica vita che abbiamo, potrà farci alimentare il fuoco che abbiamo dentro e farci sentire più vivi.

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